La consapevolezza non è da confondere come spesso accade con la concentrazione, in cui si fissa l’attenzione su un solo obiettivo. La consapevolezza è un dono dell’esistenza e ti rende partecipe in maniera attiva, attenta, alla tua vita. Attraverso Essa si diventa padroni e non più schiavi della propria mente, si è presenti al momento. Muovendosi o restando immobili, ciò che conta è l’osservazione, l’esserci, il de-automatizzarsi, tu ci sei! Più si diventa consapevoli, maggiore diventa l’attenzione e la presenza, più le frustrazioni interiori iniziano a dissolversi, si riducono gli impulsi negativi, cosi come l’odio e la gelosia, la possessività lascia sempre più spazio e posto alla libertà altrui, all’amore. Un grande mistico come il maestro armeno Georges Ivanovič Gurdjieff affermava giustamente che l’individuo vive nel “sonno verticale“, poiché sebbene quando ci svegliamo la mattina assumiamo una posizione verticale, anche se ci muoviamo, parliamo, siamo comunque in uno stato di sonno nel quale non gestiamo il nostro corpo e la nostra mente, ma subiamo passivamente l’inconsapevolezza, attraverso la nostra mente che si “diverte” a pensare ininterrottamente, a saltare come una scimmia da un ramo all’altro, a restare identificati con ogni follia passi sullo schermo della nostra mente. Pertanto non usiamo la mente, ma siamo usati dalla mente. Sulla consapevolezza potrei scrivere ancora tanto, ma ho cercato di sintetizzare, per rispetto di chi mi legge, perché credo sia importante applicare la consapevolezza, piuttosto che scriverne o parlarne tanto, in maniera semplice e partendo dalla semplicità dei gesti quotidiani. Ora mentre leggi questo blog sei attento a come sei seduto, al posto in cui ti trovi, a come sei vestito, ai suoni, agli odori, al mondo che ti circonda senza passato e senza futuro, solo il momento presente?!? Non si tratta di concentrarsi, ma di lasciar affiorare i cinque sensi…
Ti auguro ogni bene possibile.
Dott. Francesco Garganese – Psicologo.